Signore dell'energia

Daniela Gentile racconta i sessant’anni di storia del nucleare italiano

Daniela Gentile nucleare italiano

Daniela Gentile, Amministratrice Delegata di Ansaldo Nucleare

Un’azienda, Ansaldo Nucleare, presente nella storia del nucleare italiano fin dai suoi albori e tuttora impegnata nel mantenere il nostro Paese in posizione eccellente nella ricerca e innovazione per il settore.

Abbiamo chiesto a Daniela Gentile, che di Ansaldo Nucleare è da poco diventata Amministratrice Delegata, di ripercorrere quella storia, approdando al capitolo più recente, che la vede alla guida dell’azienda.

«Con NIRA Nucleare Italiana Reattori Avanzati, Ansaldo Nucleare è stata l’artefice degli impianti di Caorso, Trino, Cirene, PEC, Montalto di Castro. Ha contribuito a costruire la centrale francese del Superphenix e la prima unità dell’impianto di Cernavoda, in Romania. Le due aziende avevano in portafoglio altre 6 centrali in Italia. Poi la discontinuità introdotta dal referendum».

Una battuta d’arresto che non ha fermato l’attività: dal 1990 a oggi, Ansaldo ha partecipato alla progettazione di nuovi reattori in Europa e in Cina e all’attività di decommissioning e waste management in Italia e all’estero.

E ancora, ha collaborato ai programmi di ricerca sulla fusione nell’ambito del progetto ITER, ai progetti pilota europei per lo sviluppo dei cosiddetti Small Modular Reactors ed è tuttora coinvolta nello sviluppo dei reattori di terza e quarta generazione insieme a player come EDF, Rolls Royce, Westinghouse.

Domanda: Non sono molte in Italia le donne a ricoprire ruoli di prestigio nel mondo dell’industria e dell’energia, settori a netta prevalenza maschile. Come si è sviluppato il suo percorso professionale?

Risposta: Mi sono laureata in Ingegneria Chimica in un periodo in cui le donne ingegnere non erano molte e sono estremamente soddisfatta del mio percorso di studi. Oggi sono di più le ragazze che si dedicano alle STEM e ne sono molto lieta, perché credo che l’industria abbia bisogno di una pluralità di visioni e di approcci.

Sono cresciuta in Ansaldo per quasi quarant’anni. Ho iniziato in Ansaldo divisione Nira come ingegnere di processo dei sistemi a fluido per centrali nucleari. In Ansaldo Energia ho ricoperto incarichi di crescente responsabilità, tra cui quelli di Direttore Acquisti, Direttore Gestione Progetti e Direttore Ricerca e Sviluppo.

Nel 2021 sono stata nominata Amministratrice Delegata di Ansaldo Green Tech e, infine, l’incarico di Amministratrice Delegata di Ansaldo Nucleare, nel quale posso mettere a disposizione l’esperienza e la conoscenza dell’azienda.

D: Quali competenze e quali caratteristiche personali hanno supportato la sua carriera?

R: La determinazione e la passione sono state le leve che mi hanno permesso di raggiungere gli obiettivi. Ho sempre creduto nelle sfide dell’azienda e ho cercato di gestire i team trasferendo la passione per affrontarle.

Ho studiato Ingegneria guidata da una vera passione per la materia e dall’idea di dare concretezza ai miei studi. Ho sempre cercato di portare nei diversi ruoli l’esperienza dei ruoli precedenti, con la consapevolezza che ciascuno fosse un mattone nella costruzione della persona che volevo essere, umanamente e professionalmente.

Tra i principi che hanno orientato la mia visione, conto la trasparenza, il riconoscimento del valore del lavoro di squadra e il senso di appartenenza all’azienda.

D: Quali prospettive e quale ruolo vede per il nucleare nel contesto della transizione energetica del nostro Paese?

R: Abbiamo la necessità di decarbonizzare la nostra economia. Va trovato un modo per disaccoppiare la crescita del Pil dalla crescita delle emissioni di CO2. Per poter gestire uno scenario energetico complesso potrà essere utile accoppiare il nucleare alle rinnovabili.

Coprire del fabbisogno energetico italiano con il 10% di energia da fonte nucleare, di qui al 2050 porterebbe a un risparmio di circa 40 miliardi di investimenti rispetto al raggiungimento dello stesso obiettivo con le sole rinnovabili.

Un beneficio sulla produzione di circa 1 miliardo, di 38 miliardi di euro sul Pil, di circa 500mila unità lavorative durante la costruzione e di circa 180mila durante esercizio. Servirebbe un confronto senza preclusioni ideologiche. Noi siamo pronti.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di marzo 2024 di Energia&Mercato

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