Deloitte: mobilità come ambito prioritario per la ripresa

Deloitte partecipa come contributor ufficiale a Next Generation Mobility, il nuovo evento per progettare nuovi modelli di mobilità più sostenibili e in linea con i cambiamenti imposti dall’emergenza sanitaria.

Quello della mobilità è uno dei settori maggiormente toccati dall’emergenza sanitaria, a causa delle forti limitazioni imposte agli spostamenti. Distanziamento sociale, mezzi pubblici in sicurezza e riduzione degli spostamenti hanno segnato le vite delle persone e sono fattori determinanti nel riscrivere la nuova normalità.

La pandemia ha avuto importanti conseguenze sulle abitudini e i comportamenti delle persone, che hanno dovuto rivedere le proprie modalità di spostamento, abbandonando progressivamente i mezzi di trasporto pubblico per prediligere auto e bici di proprietà. La pandemia ha reso necessario riorganizzare la mobilità nel suo complesso, da quella urbana ed extraurbana a quella multimodale.

L’emergenza sanitaria ha favorito la diffusione di nuove forme di mobilità soprattutto in ambito di sharing economy, come i monopattini elettrici, e un consolidamento di forme di mobilità alternativa che avevano già iniziato a prendere piede, come il car sharing.

Tuttavia, l’Italia presenta ancora alcune barriere da abbattere rispetto ad altri paesi in merito all’uso delle forme di mobilità condivisa. Le due principali limitazioni nell’adozione della nuova mobilità sono la mancanza di infrastrutture adeguate e la percezione di sicurezza durante l’utilizzo, specialmente per quanto riguarda monopattini e bici sia privati che in sharing.Le profonde trasformazioni del contesto richiedono ad aziende e istituzioni interventi concreti nell’offerta in ambito mobilità. Lo sforzo che i player coinvolti devono compiere riguarda la creazione di un nuovo modello di mobilità più sostenibile che dovrà articolarsi lungo cinque direttrici chiave.

1. Sicurezza e distanziamento

La prima direttrice è garantire la sicurezza e il distanziamento fisico in particolare sui mezzi di trasporto pubblico. Per questa tipologia di servizio, i cittadini italiani ritengono prioritario il distanziamento sociale, seguito dal contingentamento degli ingressi per limitare i contatti tra i passeggeri. Rispondere oggi a questa necessità crea le condizioni per un servizio più confortevole e in linea con il progresso della società.

2. Infrastrutture e trasporto pubblico

La seconda direttrice riguarda gli interventi sulle infrastrutture e sul trasporto pubblico che permettano di soddisfare le nuove esigenze di fruizione del servizio e di abilitare soluzioni strutturali per il prossimo futuro, inclusi interventi per una maggiore sostenibilità ambientale. Il Governo italiano si sta già muovendo in tal senso, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente presentato alla Camera.

3. Intermodalità

Altro aspetto di riflessione, che costituisce la terza direttrice, è la necessità di rivedere gli interventi sulle infrastrutture in un’ottica più generale di intermodalità tra le diverse soluzioni di trasporto e mobilità. Tale approccio evidenzia la necessità di vedere le soluzioni di trasporto pubblico, privato e in sharing in una logica integrata e funzionale tra loro.

4. Regolamentazione

La quarta direttrice su cui si dovrà concentrare l’offerta di innovazione è l’ideazione di una regolamentazione mirata in grado di tutelare gli utenti delle soluzioni di mobilità, permettendone uno sviluppo sicuro ma anche funzionale all’organizzazione delle città.

5. Raccolta e gestione dei dati relativi alla mobilità

Le soluzioni innovative che portano a una riorganizzazione della mobilità in termini di vivibilità e connettività passano per l’utilizzo sempre più intelligente dei dati in ottica di smart city. Un’efficace raccolta e gestione dei dati relativi alla mobilità rappresenta la quinta direttrice su cui si dovrà concentrare l’offerta di innovazione.

«L’emergenza sanitaria impone un’accelerazione mirata verso nuovi modelli di mobilità, che devono essere adattati alle differenze territoriali del nostro Paese – afferma Luigi Onorato, Insurance Sector Leader e FSI Innovation Leader di Deloitte Italia – Per fare questo sono necessarie azioni nell’immediato per affrontare la crisi ma anche interventi strutturali per il prossimo futuro, che vanno nella direzione di creare un modello di mobilità più sostenibile (per il prossimo futuro, il 53% dei cittadini auspica lo sviluppo di piste ciclabili e il 47% di bonus per una mobilità green) e in grado di coniugare l’offerta tecnologica con i bisogni degli utenti».

«Tale sfida è ancora più sentita dagli operatori del settore automotive che devono oggi necessariamente aprirsi alla collaborazione con operatori pubblici e privati di altri settori, per sostenere un programma di rilancio strategico e di lungo termine, focalizzato sull’innovazione tecnologica, sulla specializzazione di prodotto e sulla crescita dimensionale – afferma Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader e Partner di Deloitte Italia – Tutto ciò non solo per affrontare le sfide di un mercato sempre più globale, ma per cogliere anche l’opportunità di avviare un percorso di ristrutturazione e rinnovamento per l’intera filiera automobilistica».

«Per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori e porre delle basi solide all’evoluzione del settore sarà necessario avviare un’azione di ecosistema che coinvolga tutti gli attori della “Mobility value chain” – afferma Francesco Iervolino, Partner Deloitte Officine Innovazione – unendo gli interventi istituzionali con le iniziative messe in atto in più settori industriali, come startup consolidate sul mercato e PMI innovative, ma che intercetti anche i nuovi trend e i nuovi ambiti di ricerca e Trasferimento Tecnologico che coinvolgono università, centri di ricerca e dipartimenti R&D delle aziende, parte integrante e fondamentale di questi nuovi modelli innovativi per la mobilità».

In questo contesto, istituzioni pubbliche, Governo, università, aziende, startup e centri di ricerca dovranno lavorare in logica collaborativa per introdurre migliorie alle infrastrutture fisiche e digitali necessarie a supportare i nuovi modelli e servizi, oltre che adeguamenti normativi e incentivi che stimolino l’adozione di mezzi di trasporto più sostenibili.

In termini di gestione, le iniziative di innovazione dovranno mirare a introdurre tecnologie avanzate per abilitare modelli di mobilità intermodali e una gestione dei dati attiva e condivisa in ottica green e di smart city, unendo l’offerta dei diversi attori per creare servizi integrati e completi.

Infine, sarà necessario definire prodotti e servizi che possano supportare o migliorare gli spostamenti di tutti i giorni, garantendo una maggiore convenienza e sicurezza degli utenti. Per tali ragioni, l’umanesimo digitale e l’innovazione antropocentrica segnano la direzione per uno sviluppo sicuro, sostenibile e a misura delle reali esigenze delle persone e del nostro territorio, necessario oggi più che mai.

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