report di LevelTen Energy

Power Purchase Agreement: 2,6 miliardi di euro di potenziali risparmi in Italia

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Un Power Purchase Agreement, in breve PPA, è un contratto a lungo termine tra un produttore di energia e un acquirente. Il contratto PPA stabilisce che il produttore di energia si impegna a fornire energia elettrica all’acquirente, a un prezzo prefissato e per un determinato periodo di tempo.

In genere, un PPA dura tra i 5 e i 20 anni.

L’acquirente è spesso un’azienda con consumi energetici significativi, si parla quindi di Corporate PPA.

Il vantaggio di un PPA

Il principale vantaggio di un Power Purchase Agreement è che il compratore si garantisce una fornitura di energia elettrica a un costo noto e costante: niente sorprese per rincari, insomma.

Eventuali fluttuazioni nel prezzo dell’energia, come quelle degli ultimi due anni, non hanno un impatto sui conti e sulla redditività aziendale.

Il produttore di energia, invece, ha una fonte sicura di reddito per diversi anni, cosa che permette di calcolare meglio come rientrare da un investimento, ad esempio nel caso di costruzione di un impianto di energia rinnovabile.

PPA ed energie rinnovabili

I Corporate PPA vengono usati dalle aziende per passare alle energie da fonte rinnovabile senza grandi investimenti iniziali.

Spesso, l’impianto viene realizzato ad hoc per l’azienda che acquisterà l’energia: in pratica, l’acquisto dell’energia prodotta nei 20 anni seguenti ripagherà anche l’acquisto e l’installazione dei pannelli solari.

Il potenziale dei PPA in Italia

Secondo le stime fornite da Cerved a luglio 2023, sottoscrivendo PPA le imprese energivore in Italia potrebbero risparmiare 2,6 miliardi di euro nei prossimi 3 anni se il prezzo dell’energia si normalizzasse ai livelli precrisi.

E addirittura 4 miliardi se si mantenesse più elevato.

Le imprese potrebbero coprire quasi 10.000 GWh l’anno dei propri consumi con energia fotovoltaica, evitando l’emissione di 4 milioni di tonnellate di CO2.

Le imprese energivore in Italia

Si tratta di 3.715 imprese che generano attorno ai 40 miliardi di euro di valore aggiunto e rappresentano un quinto dei consumi energetici nazionali, concentrate prevalentemente nei settori plastica e imballaggio, materiali da costruzione e metalli.

Sono aziende di dimensioni medio-grandi che si concentrano nella parte settentrionale della Penisola ma hanno una presenza significativa anche in alcuni distretti industriali del Sud, come ad esempio Taranto per la siderurgia.

A livello settoriale, con la sottoscrizione di PPA a prezzi allineati al costo medio orario dei nuovi impianti rinnovabili il risparmio maggiore in termini assoluti si avrebbe nei metalli, nella chimica e nella plastica, mentre considerando l’incidenza sulla redditività gli effetti più rilevanti si avrebbero nell’agroalimentare e nell’industria casearia e della carne ma anche in quella estrattiva e nella plastica.

Geograficamente, a beneficiarne di più in termini percentuali sarebbero Abruzzo, Toscana, Molise e Sardegna, con distretti industriali energivori in cui la transizione energetica rappresenta un volano per la competitività, mentre in cifra assoluta sarebbe la Lombardia.

«Nel segmento delle imprese energivore, soprattutto di grandi dimensioni, il PPA si configura come uno strumento strategico e vantaggioso – afferma Andrea Mignanelli, Amministratore Delegato di Cerved – Il PPA favorisce l’utilizzo di fonti energetiche pulite, in particolare il fotovoltaico, supporta la transizione verso gli obiettivi ambientali, consente la stabilizzazione dei costi e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e migliora la competitività delle aziende che lo sottoscrivono».

Cerved Rating Agency ha attribuito un rating a 1.335 delle 3.715 società energivore. Per queste aziende l’adozione dei PPA avrebbe un impatto positivo su redditività, sostenibilità del debito e leva finanziaria.

161 di esse, con consumi superiori a 40 GWh e con una classe di rating Investment Grade, potrebbero coprire i propri consumi elettrici con produzione fotovoltaica per circa 3.200 Gwh, preservando una classe elevata di merito creditizio, in particolare nei materiali da costruzione, nei metalli, nel settore chimico e nei prodotti di carta, di plastica e per imballaggio. Ben 660, invece, con i potenziali risparmi energetici potrebbero pianificare investimenti addizionali per 25 miliardi di euro, auspicabilmente in ottica di sostenibilità, mantenendo la stessa fascia di rischio.

I PPA in Europa

In Europa sono stati siglati finora 45 GW di PPA. L’Italia rappresenta il 3% del mercato europeo, con circa 2 GW di PPA.

Cerved ha analizzato il comparto delle imprese energivore in Italia, che possono rappresentare le principali controparti corporate di PPA per i loro elevati consumi energetici e l’alta incidenza di questa voce di costo nei bilanci.

La copertura potenziale dei consumi con produzione fotovoltaica oggetto di PPA non è uniforme tra i settori, ma si può dedurre per ciascuno la quota di consumo assorbibile in modo da minimizzare l’energia prodotta in eccedenza e immessa in rete. Nel commercio all’ingrosso, nelle gomme e plastiche e nei prodotti chimici, il profilo di consumo è abbastanza coerente a quello della produzione fotovoltaica, cosa che non avviene nell’agricoltura, nella produzione di carta o di metalli.

In base all’analisi dei profili e dei livelli di consumo delle 3.715 imprese energivore, Cerved ha quantificato la domanda potenziale di PPA fotovoltaici in questo segmento, che potrebbe coprire 9,8 TWh l’anno con energia fotovoltaica.

Di questi, 5,2 TWh sarebbero immediatamente convertibili dalle 244 imprese medio-grandi che utilizzano più di 40 GWh l’anno, mentre per la parte restante le piccole imprese potrebbero aggregarsi in consorzi o rientrare nel portafoglio delle utilities.

Che cosa è cambiato rispetto al 2022

A luglio 2022, un report di LevenTen Energy ha rivelato che i prezzi dei PPA europei per il solare e l’eolico sono aumentati del 16% nel secondo trimestre del 2022, raggiungendo i 66,07 euro per MWh. Su base annua, i prezzi sono aumentati del 47%.

Tuttavia, i valori dei PPA rimangono interessanti per via del prezzo elevato dell’elettricità all’ingrosso.

La crisi energetica ha cambiato anche le modalità di negoziazione dei PPA, con circa la metà degli acquirenti che dichiara che l’indicizzazione dei prezzi dei PPA ai prezzi delle materie prime, o ad altre spese di capitale, è importante per arrivare alla firma dei contratti.

I PPA sono un’opzione economicamente interessante anche per ottenere certificati di energia rinnovabile ad alto impatto, i cosiddetti GO e EAC, e bloccare le tariffe elettriche a lungo termine.

Questa la situazione dei PPA nei principali mercati europei al giugno 2022.

Polonia: i prezzi del solare P25 hanno registrato un +36,2%, raggiungendo i 95 euro per MWh. La domanda di PPA per le energie rinnovabili è aumentata a causa della cessazione delle importazioni di gas naturale dalla Russia.

In Polonia, inoltre, gli sviluppatori possono offrire metà della produzione del loro progetto nelle aste governative e fare quello che vogliono con il volume rimanente del progetto non contrattato attraverso l'asta, come impegnarsi attraverso un PPA o vendere sul mercato all'ingrosso per ottenere prezzi elevati dell'elettricità.

Grecia: le offerte solari greche rappresentano valori solidi, ma il rating creditizio della Grecia influisce negativamente sul credito delle aziende che operano in quel Paese, e che potrebbero cercare di acquistare elettricità.

Spagna: i prezzi dei PPA spagnoli sono rimasti relativamente stabili a 39,50 euro per MWh, in controtendenza rispetto all’aumento dei prezzi nel resto d’Europa, grazie all’abbondanza di concorrenza e agli alti livelli di irraggiamento.

 

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