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ESG CEO Pulse: la sostenibilità è una sfida più complessa del digitale

esg ceo pulse 2022

Otto top manager su dieci ai vertici di alcune delle più grandi società italiane ritengono che la sfida della sostenibilità sia più complessa ma anche più impattante della trasformazione digitale. È quanto emerge dal primo Esg Ceo Pulse di Bain & Company Italia.

Bain & Company Italia ha intervistato oltre venti top manager di alcune tra le più grandi realtà del nostro Paese attive in tutti i settori industriali per valutare l’approccio delle imprese italiane alla sostenibilità. Questo lavoro è stato raccolto all’interno del primo Esg Ceo Pulse, che vuole fare chiarezza su come i leader industriali italiani stiano affrontando questo periodo delicato, come percepiscano il loro ruolo nella transizione green del Paese e come le iniziative e strategie Esg aziendali reagiscano ai diversi shock.

Dalla ricerca emerge come i top manager intervistati considerino la sfida Esg più complessa ma anche più impattante rispetto ad altri tipi di sfide di trasformazione, come la digitalizzazione. Nonostante ciò, gli amministratori delegati intervistati ritengono di fare meglio in materia di Esg rispetto al Paese nel suo complesso, ma ammettono anche che le aziende non possano risolvere da sole le sfide del cambiamento climatico e di altre questioni Esg.

Il panel di Ceo ha inoltre sottolineato come il conflitto russo-ucraino e la crisi energetica stiano aggiungendo un livello di complessità ai loro programmi Esg, in particolare quando si tratta di bilanciare le prerogative sociali e ambientali, con la povertà energetica emersa come un tema particolarmente rilevante per i Ceo di diverse realtà.

«Quello che è emerso dalla ricerca è che il settore privato è coinvolto e proattivo, gli individui consapevoli e le istituzioni possono fare affidamento sul sostegno europeo e sulle importanti risorse a disposizione – afferma Roberto Prioreschi, Semea Regional Managing Partner di Bain & Company – La direzione a lungo termine è chiara e condivisa, ma gli strumenti e i tempi necessari per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, sociali e di governance della transizione non sono ancora ben definiti né omogenei. Quello che manca e che tutti i Ceo intervistati hanno evidenziato è un ulteriore step: fare sistema. Le nostre conversazioni con gli amministratori delegati hanno dimostrato che le nuove forme di collaborazione su iniziative Esg, come le piattaforme di open innovation, le partnership con istituti di ricerca e start-up, iniziative a livello di settore, attività di lobbying e il supporto a clienti e fornitori, stanno indubbiamente creando valore. Tuttavia, nel contesto attuale, rimangono alcuni ostacoli importanti alla completa trasformazione Esg: un maggiore impegno istituzionale, l’assenza di standard universali comuni, insufficienza di dati e tecnologie obsolete, e la formazione dei consigli di amministrazione e del middle management».

«Gli amministratori delegati considerano quello Esg come un cambiamento fondamentale per le proprie realtà, che non verrà fatto deragliare da crisi a breve termine – afferma Pierluigi Serlenga, Managing Partner Bain & Company Italia – In questo percorso di trasformazione, i vertici aziendali hanno compreso di doversi fare promotori di un cambiamento culturale all'interno delle loro organizzazioni che coinvolga tutti. Il ruolo delle aziende nella transizione verde diventerà ancora più centrale nei prossimi anni, ma l’ampiezza e la profondità dell’intervento delle singole aziende da sole sono limitate. Una collaborazione più ampia tra i diversi settori industriali, il governo e le istituzioni potrebbe restituire risultati più rapidi e di più ampia portata».

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