IoT, il mercato che non si ferma

Contatori intelligenti, auto connesse, industrial IoT. E ancora, smart home, smart building, smart city. Il mercato italiano degli oggetti connessi vale 6,2 miliardi di euro: nel 2019, il giro di affari è cresciuto del 24% rispetto all’anno precedente, avanzando di 1,2 miliardi e mostrando numeri in linea con quelli dei principali paesi occidentali. Un quadro vivace e promettente, che emerge dal report annuale dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Tecnologie e servizi, leve della crescita

«L’Internet of Things in Italia cresce a ritmi sostenuti in tutti i segmenti di mercato, con incrementi significativi nelle soluzioni per la casa intelligente, l’industria 4.0 e la smart city. La crescita è trainata dalle nuove tecnologie di comunicazione, ma anche dai servizi abilitati dagli oggetti connessi, segno di un mercato che cresce in maturità oltre che in termini di fatturato», afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio.

Lo scorso anno i servizi abilitati dagli oggetti connessi sono cresciuti del 28%, alimentando un mercato di 2,3 miliardi di euro. «La componente dei servizi vale ormai il 37% del mercato, con un numero sempre maggiore di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi e di integrare la propria offerta con nuovi servizi, spingendo modelli di business tradizionali verso logiche di pay-per-use o pay-per-performance», sottolinea Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio. 

Dall’auto all’agricoltura, dall’ospedale al negozio

Contatori intelligenti e auto connesse generano quasi la metà del fatturato del mercato dell’IoT italiano, anche se l’incremento più sensibile spetta alla smart home, alla smart factory e alla smart city, con aumenti tra il 30 e il 40%. 

L’auto connessa vale 1,2 miliardi di euro e conta 16,7 milioni di veicoli, mentre lo smart building cresce del 12% raggiungendo i 670 milioni di euro, provenienti principalmente dalla videosorveglianza e dalla gestione dei consumi energetici. 

La smart home cresce del 40% e supera i 530 milioni, trainata dal boom degli assistenti vocali. Di poco inferiore il comparto delle soluzioni di smart logistics, che vale 525 milioni, a fronte dei 330 milioni delle applicazioni di smart asset management in contesti diversi dalle utility e dei 120 milioni della smart agriculture. Infine, resta marginale ma si annuncia promettente lo sviluppo dei nuovi dispositivi per l’area medicale e per il retail.

Smart metering, è boom per elettricità e gas

«Smart metering e smart asset management nelle utility sono il primo segmento del mercato IoT, con un valore di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto al 2018. Una quota che copre il 27% del fatturato complessivo, sostenuta soprattutto dagli obblighi normativi, che nel 2019 hanno portato all’installazione di 3,2 milioni di contatori smart gas e di 5,7 milioni di smart meter elettrici, rispettivamente il 58% e il 37% del totale», spiega Salvadori. La crescita è destinata a continuare, insieme a quella dei contatori di calore, che entro il 2027 dovranno essere controllabili da remoto. 

Bene l’industrial IoT, ma le PMI frenano lo sviluppo

Negli ultimi tre anni, il Piano Nazionale Industria 4.0 ha attivato il mercato dell’industrial IoT, che nel 2019 ha toccato i 350 milioni, crescendo del 40% sull’anno precedente. Tuttavia, come rileva il sondaggio condotto dall’Osservatorio su un campione di 100 grandi aziende e 525 PMI italiane, la conoscenza degli strumenti e il numero di progetti avviati varia sensibilmente a seconda delle dimensioni delle imprese: il 97% delle grandi conosce le soluzioni IoT e il 54% ha attivato almeno un progetto nel triennio 2017-2019, mentre le piccole e medie mostrano un netto ritardo, con una conoscenza delle soluzioni per l’Industria 4.0 limitata al 39% delle aziende, una quota di iniziative intraprese ferma al 13%, una scarsa comprensione dei benefici e una generale carenza di competenze, che solo il 44% degli intervistati prevede di colmare con nuove assunzioni. 

Per contro, le scelte delle grandi aziende sono guidate dalla ricerca di efficienza (nel 69% dei casi) e di efficacia (46%), nonché dalla volontà di sperimentare soluzioni innovative (34%, +14%), a fronte di un calo di rilevanza degli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0, ritenuti indispensabili solo dal 38% di chi ha avviato progetti.

«L’Industrial IoT italiano è una realtà in crescita, nonostante il ritardo delle PMI mostri che la strada da percorrere in Italia per l’innovazione 4.0 è ancora lunga», conclude Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno della rivista Energia & Mercato

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