Sovranità digitale, privacy e integrazione IT/OT per proteggere la sostenibilità
Sovranità digitale, privacy e integrazione tecnologica IT/OT sono gli elementi maggiormente impattanti sui diversi SDGs, specie in settori che gestiscono strutture critiche, come quello energetico.
Questa, in estrema sintesi, la tesi che emerge dal rapporto “Sicurezza Informatica e Sostenibilità Digitale”, realizzato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale con il contributo di Gyala, azienda italiana della cybersecurity, e presentato qualche giorno fa in diretta streaming da Roma.
Cybersecurity e sostenibilità, si legge nel rapporto, sono complementari per lo sviluppo di una società migliore e occorre agevolarne la convergenza.
Lo studio, condotto a partire da focus group multidisciplinari, identifica tre aree tecnologiche prioritarie, che impattano su oltre metà degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU: integrazione tecnologica IT/OT, privacy e sovranità digitale.
L’integrazione IT/OT, in particolare, è fondamentale per supportare i processi legati alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente, anche in relazione alla tenuta delle infrastrutture critiche e al loro valore economico.
Tra gli ambiti più rilevanti, il settore energetico (SDG7), chiamato a gestire le sempre più diffuse reti smart, fondamentali nella gestione delle fonti rinnovabili: generatori, processori, sensori, smart meter.
Altrettanto strategiche, la gestione del flusso integrato delle acque (SDG6) e la gestione degli impianti di produzione dell’energia elettrica (SDG7).
Il report pone in evidenza come l’adozione di criteri di progettazione orientati al “Security by Design” sia estremamente importante: il 66% del campione ritiene che sia essenziale per garantire la sostenibilità.
Per il 61% la sicurezza della catena di forniture è un fattore essenziale per la sostenibilità. Per oltre la metà dei rispondenti (57%) è necessario che le infrastrutture OT possano essere gestite con la stessa flessibilità delle infrastrutture IT, in modo da poter garantire sicurezza e resilienza delle infrastrutture stesse.
Infine, per il 51% dei CIO, la gestione di infrastrutture resilienti richiede un elevatissimo livello di integrazione tra IT e OT.