AXPO ITALIA

Sviluppo dei PPA, serve certezza normativa e più cultura

Sviluppo PPA Axpo Italia

Simone Rodolfi, Head of Origination di Axpo Italia

All’inizio di febbraio, Axpo Italia e Saint-Gobain hanno annunciato un PPA decennale per l’acquisto di energia elettrica rinnovabile prodotta da un impianto eolico di recente connessione situato in Puglia.

Ogni anno, per i prossimi 10 anni, la società, attiva nella produzione di materiali per l’edilizia e da tempo impegnata in iniziative di decarbonizzazione, riceverà da Axpo 22GWh di fornitura elettrica green: più dell’11% dell’energia complessiva acquistata annualmente da Saint-Gobain, utile per alimentare 10 siti produttivi su tutto il territorio italiano.

Si tratta di uno dei numerosi contratti a lungo termine attivati da Gruppo Axpo in tutta Europa, nella convinzione che i PPA siano lo strumento ideale per promuovere la sostenibilità ambientale delle aziende e per avvicinarsi agli obiettivi di transizione energetica.

Da qualche anno, questo tipo di contratti sta prendendo piede anche in Italia, malgrado una certa lentezza iniziale e un quadro regolatorio ancora in via di perfezionamento. Ne abbiamo parlato con Simone Rodolfi, Head of Origination di Axpo Italia.

Domanda: In che modo la recente crisi energetica ha influenzato la diffusione dei PPA nel mercato italiano?

Risposta: Al netto della discesa dei prezzi che ha caratterizzato gli ultimi mesi, sul mercato italiano le aziende mostrano ancora scarso interesse verso questo genere di contratti, ritardando quello sviluppo su larga scala che ci si attenderebbe.

Piuttosto che sostenere una vera spinta verso la transizione energetica e la ricerca di prodotti più “green”, sembra ancora prevalere una logica di “opportunità” legata al prezzo, che si traduce in una propensione piuttosto bassa a bloccare un prezzo fisso per 10 anni.

In parallelo, la contrazione della domanda di gas e di elettricità derivante da una riduzione dei consumi finali che consegue al rialzo dei tassi e dell’inflazione non aiuta la programmazione di medio-lungo termine da parte delle industrie.

D: Quali sono le maggiori criticità che frenano il ricorso allo strumento PPA?

R: In ambito legislativo c’è certamente margine di miglioramento rispetto alla possibilità di ridurre quell’incertezza che, ad oggi, tende a favorire posizioni attendiste da parte delle corporate così come degli sviluppatori.

Lo sviluppo di prodotti “PPA” promossi dallo Stato (GSE) e rivolti sia agli sviluppatori che alle aziende attraverso formule di incentivo più o meno dirette rischia peraltro di ingenerare alcune distorsioni sia nei prezzi sia rispetto alle aspettative del mercato portando a quest’ultimo qualche difficoltà nel trovare un nuovo equilibrio tra domanda e offerta, specie nel breve periodo.

D: Quali evidenze emergono dal confronto con gli altri Paesi europei?

R: L’esperienza internazionale di Axpo consente di rimarcare come, mentre per i Paesi nordici sussiste un oggettivo vantaggio legato alla disponibilità di modelli economici ed energetici molto più maturi e difficilmente paragonabili a quello italiano, anche rispetto a mercati simili, l’Italia appaia in ritardo.

In Spagna o Francia, ad esempio, negli ultimi anni il mercato dei PPA ha avuto una grande crescita, anche in assenza di un forte intervento regolatorio, favorendo una maggiore conoscenza e partecipazione ai rischi da parte di produttori e consumatori e promuovendo formule contrattuali innovative.

D: Quali sono i fronti su cui agire per dare impulso allo sviluppo dei PPA in Italia?

R: È essenziale continuare a lavorare al fine di migliorare il contesto regolatorio e ottimizzare i procedimenti amministrativi e burocratici per la messa a terra dei nuovi impianti FER, in termini di riduzione e certezza dei tempi di autorizzazione e connessione alla rete.

Al contempo, lato corporate, va maturata la propensione da parte delle aziende a effettuare una programmazione industriale e finanziaria che vada oltre i due-tre anni. Un altro elemento è quello legato agli investimenti in efficientamento effettuati nel corso degli anni dalla maggior parte delle aziende, particolarmente attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti o sui terreni limitrofi.

Dal momento che il 90% dell’offerta di nuovi Corporate PPA è legata al fotovoltaico, il “profilo solare” che ne deriva risulta inevitabilmente meno attraente per un industriale che già in parte compensa il proprio fabbisogno con la stessa tecnologia.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di marzo 2024 di Energia&Mercato

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